La Biblioteca

Patrimonio bibliografico

Nata con il Conservatorio nel 1808, la Biblioteca si è sviluppata grazie alla lungimiranza delle successive amministrazioni che la ritennero costantemente risorsa fondamentale per la didattica, per la formazione musicale degli allievi e per l’aggiornamento dei docenti, nonché sede di conservazione dei documenti musicali prodotti dalla Scuola.

Il primo nucleo della Biblioteca risale al 1809 ed è costituito dai 12 magnifici volumi in-folio dei Principes Elémentaires de Musique, ovvero dai metodi per i vari strumenti, per lo studio del Canto e dell’armonia, usati presso il Conservatoire di Parigi, e donati da Eugenio de Beauharnais al Conservatorio milanese.

In effetti se durante l’epoca napoleonica i Méthodes costituivano elementi rappresentativi e ufficiali della cultura musicale francese, il primo acquisto della Biblioteca venne scelto e deciso nel 1808 dalla dirigenza del Conservatorio, ed era costituito dagli otto volumi dell’Estro poetico armonico, ovvero dalla raccolta della Parafrasi dei Salmi tradotti in italiano da Girolamo Ascanio Giustiniani e messi in musica da Benedetto Marcello (1776), opera all’epoca ritenuta una sorta di archetipo della musica, indispensabile pertanto alla cultura e alla formazione musicale tout court.

Inoltre va notato che se nei decenni successivi alcuni dei Méthodes vennero tradotti in italiano, proprio nello stesso 1808 Giovanni Ricordi fondò la sua casa editrice musicale e cominciò a pubblicare i metodi adottati o scritti dagli stessi docenti del Conservatorio: per esempio dal violinista Alessandro Rolla, dal cantante Gaetano Nava, dal pianista Francesco Pollini e dal compositore e primo censore del Conservatorio Bonifazio Asioli.

Per quanto riguarda l’aspetto conservativo dei documenti della Biblioteca, risale al 7 marzo 1808 una norma firmata dal Viceré secondo la quale “Si tiene nella Biblioteca di Musica del Conservatorio una copia di qualunque composizione, che venga fatta dagli Alunni”, norma a tutt’oggi vigente seppur limitata alle composizioni degli esami di diploma.

Alle acquisizioni si aggiunsero poi nel corso dei decenni le numerose donazioni, comprendenti anche fondi documentari prodotti dalle attività di personaggi variamente legati alla musica, oltre a decreti governativi volti ad arricchire la biblioteca come il provvedimento del 31 gennaio 1816, in vigore fino al 1856, che stabilì che i copisti dei teatri dovessero consegnare alla Biblioteca del Conservatorio una copia di tutte le opere scritte per i teatri regi milanesi della Scala e Canobbiana. Nel 1850 un altro decreto governativo stabilì la cessione alla Biblioteca del Conservatorio di tutte le copie di musica ricevute per diritto di stampa dalla Biblioteca Nazionale Braidense e dalla Biblioteca Universitaria di Pavia fino al 1850.

È disponibile una presentazione del Conservatorio e della Biblioteca sul portale Archivi della Musica, iniziativa promossa dalla Direzione generale archivi (DGA) per organizzare secondo criteri tematici il multiforme patrimonio documentario presente all’interno del Sistema archivistico nazionale (SAN)

Fondi storici

L’archivio musicale della basilica di S. Barbara giunse a Milano, dopo varie vicissitudini, nel 1851, grazie all’intervento delle autorità di governo austriache della Lombardia che ne curarono l’acquisto in collaborazione con gli esperti del Conservatorio. [Il fondo venne sequestrato al collezionista Giuseppe Greggiati che lo aveva appena acquistato].

Tuttavia soltanto dopo la seconda guerra mondiali, mentre era direttore della biblioteca Guglielmo Barblan, si provvide al riordino completo del fondo, del quale esistevano inventari del XVII, XVIII, e XIX secolo, imprecisi in alcuni punti e contenenti anche indicazioni relative a materiale oggi non più presente.

Sorta nel 1562 su iniziativa del duca Guglielmo Gonzaga e poi del figlio Vincenzo, la cappella dedicata a S. Barbara si qualificò sin dall’inizio come istituzione privata dove si seguiva una liturgia particolare indipendente dal rito di Roma e nella quale affluivano musiciste e si creavano musiche e componimenti sacri. I documenti dell’archivio si riferiscono pertanto ai nomi prestigiosi dei maestri che collaborarono con la cappella e testimoniano la loro attività, l’elevato livello culturale e la risonanza raggiunti dall’istituzione.

Il fondo raccoglie circa 280 unità di composizioni musicali di grande valore, che includono composizioni stampate in volumi e carte sciolte o fascicoli manoscritti, come i preziosi codici (tra cui le composizioni sacre del Gastoldi, 1614-1625) miniati dall’amanuense mantovano Francesco Sforza, dapprima cappellano, poi priore e prevosto della basilica.

I pezzi vanno dall’edizione delle messe di Josquin Des Prés curata nel 1503 dal tipografo Ottaviano Petrucci, sino all’edizione veneziana delle messe di Bernardino Alberghetti (1649) e comprendono musiche composte per le pratiche liturgiche connesse alla cappella secondo una tradizione di polifonia sacra: messe, inni, mottetti, litanie, salmi, antifone, magnificat, ecc.

Sono presenti i principali maestri europei del Rinascimento e del primo Seicento; in particolare si conservano composizioni e messe di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1565-1601), i salmi di Giovanni Giacomo Gastoldi (1597-1616), maestro di cappella della chiesa, le composizioni di Giaches de Wert chiamato alla direzione dell’istituzione nel 1565, salmi, mottetti e messe di Giovanni Contino, presente a Mantova dal 1561, e opere del duca Guglielmo Gonzaga, musicista dilettante.

Vi sono inoltre vespri di Camillo Cortellini e di Pietro Lappi, salmi e messe di Ippolito Baccusi (maestro di cappella della cattedrale di Verona), una messa manoscritta di Agostino Bonvicino, messe di Giovanni Matteo Asola e Giovanni Cavaccio, il primo libro delle messe (1589) del frate mantovano Giovanni Maria Bacchini, le messe a otto voci (1600) e il primo dei mottetti a otto (1605) di Giovanni Croce da Chioggia, opere di Giulio Bruschi e Orlando di Lasso, oltre a componimenti di vari altri autori.

La segnatura delle opere e l’organizzazione del fondo fanno riferimento al volume di Guglielmo Barblan, Musiche della cappella di santa Barbara di Mantova, Conservatorrio di Musica G. Verdi, Catalogo della Biblioteca - Fondi speciali I, Firenze, Leo S. Olschki, 1972. Tale inventario è strutturato alfabeticamente per autori e contiene anche, a conclusione, l’indice degli incipit letterari delle composizioni.

 

Descrizione a cura di A. Cipelli in I fondi speciali delle biblioteche lombarde. Censimento descrittivo a cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, introduzione di Franco Della Peruta, Volume 1: Milano e provincia, Milano, Bibliografica, [1995], p. 178-179

Johann Adolf Hasse (Bergedorf, 1699 – Venezia 1783), compositore

Le partiture delle composizioni di Hasse, alle quali il maestro faceva riferimento nel suo testamento, passarono alla figlia per essere poi acquistate, nel 1813, dalla biblioteca del Conservatorio di Milano per iniziativa di Giovanni Scopoli, direttore generale dell’istruzione pubblica nel regno d’Italia.

Si tratta di opere sacre e profane in autografo e in parte in copia, in esemplari unici considerati perduti sino a quando, nel 1965, furono identificate da Sven Hostrup Hansell come autografe del maestro, fornendo così importanti indicazioni su periodi oscuri della sua attività compositiva.

I manoscritti, integrati poi nel 1889 dal fondo Noseda, comprendono 30 opere di teatro (drammi per musica, feste teatrali, favole pastorali per la corte viennese), di cui 27 in partitura autografa del periodo 1727-1771 che includono la messa in musica di melodrammi di Pietro Metastasio quali: Artaserse, Il Ruggiero, Attilio Regolo, Il Solimano, Ezio, Il trionfo di Clelia.

Vi sono inoltre 11 cantate, di cui 10 in partitura autografa con testi del Metastasio (1760-1776); 8 oratori - azioni sacre e componimenti sacri, di cui 7 in partitura autografa (1734-1750) - tra i quali Giuseppe riconosciuto e Sant’Elena al calvario con libretto di Metastasio, Il cantico dei tre fanciulli e I pellegrini al sepolcro di nostro Signore con libretto di Stefano Benedetto Pallavicini, e La deposizione dalla croce di Gesù Cristo con libretto di Giovan Claudio Pasquini. Si trovano anche 5 Salve Regina di cui due datati (1744 e 1766), composizioni corali, 21 parti di messe e 17 mottetti a una voce.

Tutte le partiture manoscritte autografe del fondo presentano uniformità della legatura: piatti ricoperti in carta a fiori di vario colore e uniti dalla costa in pergamena con diciture a inchiostro.

Alcune informazioni descrittive del materiale sono fornite da Gilda Grigolato, Contributi a una storia della Biblioteca del Conservatorio, in “Annuario dell’anno accademico 1967-1968 del Conservatorio di Musica G. Verdi”, Milano, Conservatorio G. Verdi, 1968, p. 219-227

 

Descrizione a cura di A. Cipelli in I fondi speciali delle biblioteche lombarde. Censimento descrittivo a cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, introduzione di Franco Della Peruta, Volume 1: Milano e provincia, Milano, Bibliografica, [1995], p. 179-180

Gustavo Adolfo Noseda (Milano 1837 – 1866), compositore e bibliofilo

Il fondo Gustavo Adolfo Noseda, donato al Comune di Milano nel 1876 e collocato nei locali del Teatro alla Scala, è stato depositato presso la Biblioteca del Conservatorio nel 1889, con consenso degli eredi.

Proprietà del Conservatorio dal 2000, il fondo comprende la grande documentazione musicale raccolta da Gustavo Adolfo Noseda, nato a Milano nel 1837, collezionista e compositore, che maturò il progetto di mettere insieme “l’archivio più grande d’Italia” (come scrive al padre il 31 marzo 1863), dopo aver consultato la raccolta di manoscritti autografi del ‘700 del Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli.

“Il fondo Noseda appare composto in prevalenza di opere di scuola settecentesca napoletana. Le musiche che la compongono infatti vennero raccolte per la maggior a Napoli dal 1860 al 1864. La città partenopea rappresentò un fertile terreno di ricerca per il giovane milanese, sia per le condizioni storiche in cui venne a trovarsi all’indomani dell’annessione all’Italia, sia per la vivace vita musicale che l’aveva animata nel secolo musicale” come scrive Carla Moreni.

Noseda approfittò del clima creatosi con la caduta dei Borboni (che portò alla soppressione di ordini religiosi e alla partenza di famiglie nobiliari) per acquistare a prezzi irrisori raccolte private di musica a stampa e manoscritta. Sempre dalla ricerca della Moreni emerge che “qui infatti Noseda poté contare, oltre che sulle frequenti vendite di cospicue collezioni private, a prezzi irrisori, anche sulle precarie condizioni in cui versavano i conventi, depositari da anni di immensi patrimoni culturali, che venivano letteralmente dispersi insieme con la soppressione dei vari ordini. Fondi privati e fondi provenienti da conventi venivano comprati in blocco: in questi acquisti Noseda non seguiva precisi criteri di scelta, badando in particolar modo alla quantità (al peso, talvolta!) di quanto gli veniva proposto. […] Egli tuttavia non badò solamente alla quantità numerica di quanto comprava, ma ricercò con particolar cura i manoscritti autografi e le prime edizioni a stampa”. Riuscì tra l’altro ad acquisire il fondo Zurlo con diversi autografi di Mercadante. Inoltre copiò e fece copiare un grandissimo numero di partiture autografe in Conservatorio.

Anche a Milano si assicurò le collezioni più importanti, e tra le altre quelle dei Visconti Borromeo, di Giulio Ottolini, dei Brasca Visconti, di Pietro Lichtenthal, di Alessandro Rolla, di Giuseppe Archinto. Fu attivo compratore anche in Svizzera ed in Francia.

Dal 1860 al 1865 Noseda acquistò più di 10.000 pezzi, di cui circa 8.000 titoli in manoscritto, fra i quali autografi o copie uniche di Astorga, Bellini, Boccherini, Cherubini, Cimarosa, Donizetti, Mercadante, Rossini, Zingarelli, oltre a molte edizioni rare italiane e straniere del ‘700 e del primo ‘800. Si tratta quindi di un patrimonio di notevolissimo interesse per lo studio della musica napoletana dal XVII al XIX secolo e dell’ambiente musicale milanese.

Cipelli segnala che “le circa 12.000 unità (conservate in scatole) comprendono volumi a stampa e musiche a stampa e manoscritte dal Seicento alla metà dell’Ottocento. I circa 500 libri, di argomento musicale generale (con titoli in italiano, francese, tedesco, latino e inglese) includono anche opere del Cinquecento, mentre i componimenti musicali partono dal Seicento. Sono collezionate opere di quasi 2.000 autori; e delle opere di 230 maestri si conservano anche gli autografi. Tra questi autori figurano: Vincenzo Bellini, Luigi Boccherini, Luigi Cherubini, Domenico Cimarosa, Gaetano Donizetti, Felix Mendelssohn, Saverio Mercadante, Wolfgang Amadeus Mozart, Giovanni Pacini, Giovanni Paisiello, Gioacchino Rossini, Domenico Scarlatti, Joseph Wiegl. Vi sono inoltre 300 messe complete e un numero ragguardevole di altre composizioni sacre di vario genere; oltre 200 opere teatrali in partitura d’orchestra (dal Barbiere di Siviglia di Rossini al Don Giovanni di Mozart, da Verdi a Donizetti); 1.200 pezzi staccati di opere teatrali in partitura d’orchestra; 250 cantate; 350 arie con accompagnamento di quartetto d’archi. E ancora 500 e più quartetti per due violini, viola e violoncello, una rilevante quantità di sinfonie, di ouvertures e di altri componimenti per orchestra, di concerti, di musica da camera vocale e strumentale, di riduzioni per pianoforte e canto, di opere complete e di pezzi staccati di opere teatrali”.

 

Bibliografia

Carla Moreni, Vita musicale a Milano, 1837-1866. Gustavo Adolfo Noseda collezionista e compositore, in Musica e Musica e teatro. Quaderni degli Amici della Scala, semestrale di ricerca scientifica, 1985 n. 1

A. Cipelli in I fondi speciali delle biblioteche lombarde. Censimento descrittivo a cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, introduzione di Franco Della Peruta, Volume 1: Milano e provincia, Milano, Bibliografica, [1995], p. 180-181

Eugenio De' Guarinoni , Indice generale dell'Archivio musicale Noseda con una breve biografia del fondatore e con alcuni cenni intorno all'archivio stesso ed alla biblioteca del R. Conservatorio di musica di Milano (Milano, Stabilimento Tipografico Enrico Reggiani, 1897)

Il fondo Mascarello, noto anche come Collezione Bravi, è composto da 53 manoscritti, quasi tutti autografi.

Alcuni, o forse tutti, erano già stati acquistati dai coniugi Teresita ed Eugenio Bravi prima della guerra, tanto che l’Oratorio per la Santissima Trinità di Alessandro Scarlatti, le Sonate per cembalo di Domenico Scarlatti, i Duetti per due soprani e basso continuo di Durante, il Dixit a 10 voci e orchestra di Pergolesi e l’Armida di Gazzaniga sono presenti nel programma de “I Classici Musicali Italiani” del 1942, e avrebbero dovuto essere pubblicati nella collana con i numeri 21,29, 50, 54 e 60. La Società Anonima Editrice I Classici Musicali Italiani, fondata il 24 maggio 1939, aveva sede a Milano in Via Moscova 18, cioè presso l’Industria Italiana Fiammiferi (poi SAFFA) di Carlo Castiglioni e Emilio Luigi Mascarello, padre di Teresita. Alla morte del Mascarello, Eugenio Bravi prende il posto del suocero e diviene azionista, con la moglie, di tutto il patrimonio Mascarello.

Bravi muore a Salò il 5 dicembre 1959, senza figli, e dispone per testamento che una delle loro ville di Barbarano sia destinata alla istituenda Fondazione Bravi, casa di riposo “per persone anziane bisognose di assistenza che abbiano appartenuto a classi sociali medie e anche elevate [...] andate al meno [...]”.

La Fondazione, di cui fu poi presidente a vita Teresita, poteva contare sui proventi della SAIPO (Società Anonima Immobiliare Porta Orientale) - di cui gli unici azionisti erano i coniugi Bravi - e sul ricavato dalla vendita dei volumi dei Classici.

Teresita Mascarello, che condivideva con il marito la passione per la musica, custodiva la collezione di manoscritti come i suoi gioielli e desiderava che fosse donata ad un’istituzione musicale milanese in grado di conservarla e metterla a disposizione degli studiosi. Gli eredi hanno scelto la Biblioteca del Conservatorio, seguendo l’indicazione di Anna Crespi, Presidente degli Amici della Scala. Il Conservatorio di Milano ringrazia gli eredi Mascarello e Anna Crespi, anche a nome della comunità scientifica.

I 53 manoscritti sono conservati in scatole-contenitori in cartone nero con etichette rosse scolpite in oro e sono numerati. La loro segnatura è costituita dalle iniziali del possessore (TM), seguite dal numero dato dal possessore.

Il fondo Mascarello è stato oggetto nel 2007 di un progetto di digitalizzazione finanziato dalla Provincia di Milano.

 

A. Zecca Laterza, A proposito di fondi musicali. Gli ultimi doni alla Biblioteca del Conservatorio di Milano in Una piacente estate di san Martino: studi e ricerche per Marcello Conati, a cura di Marco Capra. Lucca, Libreria musicale italiana, 2000, pp. 481-496 (da cui sono prese le note storiche)

Mariella Sala, L’archivio musicale di casa Bravi. In Fonti musicali italiane, 9/2004, pp. 203-216

Francesco Somma (Cuggiono, Milano, 1817 – Milano 1905), collezionista e studioso

Nel 1905, per disposizione testamentaria, Francesco Somma lasciò alla Biblioteca del Conservatorio la sua collezione di studioso, costituita da circa 6.000 unità.

La raccolta, del tutto particolare, comprende numerose opere relative ai teatri musicali e alla loro storia, alla coreografia, ai balli, alla drammaturgia, alla scenografia, unitamente ai manoscritti riguardanti soprattutto i teatri di Milano (e specialmente quelli Ducale e della Scala) stesi dal donatore con l’intento di scrivere una storia completa del teatro milanese a partire dalla fine del Cinquecento.

Particolarmente interessante è la raccolta quasi completa dei libretti delle opere scritte appositamente per i teatri milanesi Ducale, alla Scala, Canobbiana, Carcano, Re, Santa Radegonda a partire dalla loro fondazione; e notevoli sono inoltre la collezione dei libretti di Felice Romani e una raccolta di circa 3.000 altri libretti dal XVI al XIX secolo. Tra i volumi figurano diversi titoli importanti tra i quali: Daniele Concina, De’ teatri moderni contrari alla professione cristiana (Roma, presso gli eredi Barbiellini mercanti di libri, 1755); Giambattista Castiglione, Sentimento di san Carlo Borromeo intorno agli spettacoli (Bergamo, appresso Lancellotti, 1759); Carlo Gozzi, Memorie inutili (Venezia, Stamperia Palese, 1797) e Opere edite e inedite (Venezia, Giacomo Zanardi, 1802); Carlo Goldoni, Collezione completa delle commedie (Prato, Tipografia fratelli Giacchetti, 1819-1821), Memorie per l’istoria della sua vita e del suo teatro (Prato, Tipografia fratelli Giacchetti, 1822); almanacchi del Teatro alla Scala (1812-1832) e di altri teatri milanesi; Strenna teatrale europea (1839-1848).

I manoscritti del Somma includono fra l’altro: un volume di notizie storiche sul Nuovo regio ducale teatro di Milano detto in seguito alla Scala (dal 1776 al 1800); un manoscritto con notizie di Cantanti, maestri di musica, poeti, suonatori; un volume con le Rappresentazioni di musica dal 1599 al 1778, maestri di musica, poeti, cantanti, coreografi dei teatri Ducale e Interinale di Milano; un volume con le Rappresentazioni in musica della inaugurazione 3 agosto 1778 a tutto il 1878 del teatro alla Scala (con cenni biografici dei cantanti); una cartella con notizie sui teatri milanesi di S. Antonio, S. Radegonda e S. Salvatore; una cartella con copie manoscritte di Diverse tragedie, egloghe, sacre rappresentazioni ecc., rappresentate in Milano dal 1548 al 1771; una cartella con cantate e inni scritti appositamente per il Teatro alla Scala e altro materiale come Le iscrizioni lapidarie nei cimiteri di Milano dalla loro origine all’anno 1845 relative a musicisti e copie tratte da manoscritti degli archivi milanesi e delle biblioteche Ambrosiana e Braidense.

 

Descrizione a cura di A. Cipelli in I fondi speciali delle biblioteche lombarde. Censimento descrittivo a cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, introduzione di Franco Della Peruta, Volume 1: Milano e provincia, Milano, Bibliografica, [1995], p. 181-182

Altri fondi

Descrizioni a cura di A. Cipelli in I fondi speciali delle biblioteche lombarde. Censimento descrittivo a cura dell'Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, introduzione di Franco Della Peruta, Volume 1: Milano e provincia, Milano, Bibliografica, [1995], p. 175-181

 

 

Dono Ester Bonacossa

Ester Bonacossa Della Valle (Pallanza di Verbania, Novara 1903 - ), contessa

Il lascito compare negli inventari della biblioteca a partire dal 1977 e raccoglie circa 100 titoli contenenti volumi di cultura e storia musicale in tedesco, in edizioni a partire dal 1850. La parte più consistente del fondo è comunque costituita dal carteggio, raccolto in due contenitori, comprendente lettere indirizzate al marchese Silvio Della Valle di Casanova (1861-1929), che ospitava nella sua villa a San Remigio di Pallanza strumentisti e concertisti in tournée in Italia.

Il carteggio è formato da circa 500 pezzi tra lettere, cartoline e biglietti datati dalla fine dell’Ottocento al 1930. I corrispondenti sono una decina, e tra questi risultano il musicista Eugène d’Albert (61 pezzi), Gottfried Galston, Sigmund Hausseger (58 pezzi), e Emil Sauer (174).

Alcuni gruppi di lettere, ad esempio di pittori, sono stati destinati da Ester Bonacossa ad altri enti.

 

 

Dono Rinaldo Renzo Bossi

Rinaldo Renzo Bossi (Como 1883 – Milano 1965), compositore

Inventariato a partire dal 1961, comprende più di 400 pezzi costituiti da alcuni testi teorici, saggi sulle armonie, lezioni ed esercizi di canto e solfeggio e molte composizioni musicali. Vi sono anche circa 80 spartiti di opere e musiche sacre in riduzione per canto e pianoforte, composizioni e studi per pianoforte e più di 100 pezzi tra studi e concerti (soprattutto per organo). Completano la raccolta oltre 40 libretti, alcune composizioni dello stesso Bossi, concertista in diverse città d’Europa e insegnante al Conservatorio di Milano per molti anni, e dello zio Costante Adolfo, organista.

 

 

Dono Enzo Calace

Enzo Calace (Napoli 1890 – Milano 1961), pianista

Inventariato a partire dal 1962, comprende circa 120 composizioni in edizioni recenti raccolte da Calace, professore e poi anche vicedirettore del Conservatorio di Milano. Si tratta di musiche di Bach, Beethoven, Mozart, Haydn e alcuni saggi teorici e di storia musicale.

 

 

Dono Andrea Doria

Andrea Doria (Genova 1836 – 1900), compositore

Inventariato a partire dal 1977, il fondo raccoglie circa 1.700 composizioni soprattutto per pianoforte, per mandolino e pianoforte e per violino e piano, rispecchiando gli interessi del donatore, che pubblicò un gran numero di composizioni vocali da camera e pezzi per pianoforte. Per la maggior parte è costituito di musica Ottocentesca da salotto con molte prime edizioni degli editori Racca di Genova e Giudici e Strada di Torino.

 

 

Dono Enrico Polo

Enrico Polo (Parma 1868 – Milano 1953), violinista

Il fondo è stato donato in parte tra il 1950 ed il 1953 dal maestro Enrico Polo, VIOLINISTA AL Regio di Torino e professore al Conservatorio di Milano, e in parte dalla figlia, dopo la morte del padre. Il materiale misto, inventariato a partire dal 1954, comprende libri e soprattutto spartiti musicali, è schedato nel catalogo generale della biblioteca, nella quale comunque mantiene una propria segnatura e timbro “Dono E. Polo”. Un elenco manoscritto censisce 134pubblicazioni, per lo più rare, suddivise in quattro categorie e ordinate alfabeticamente: libri (6 pezzi); metodi e musiche in edizioni antiche e facsimili (61 pezzi); musiche in edizioni moderne (25 pezzi); musiche manoscritte (42 pezzi).

Per i volumi si segnalano: Stefano Arteaga, Le rivoluzioni del teatro musicale (Bologna, Carlo Trenti, 1783-1788); Francesco Galeazzi, Elementi teorico pratici di musica (Roma, Pilucchi Cracas, 1791-1796) e Johann Joachim Quantz, Versuch einer Anweisung die Flote traversiere zu spielen (Breslavia, Johan F. Korn, 1780).

Le musiche comprendono sonate, capricci, studi, concerti, variazioni (quartetti e duetti), principalmente per violino e pianoforte. Raccolgono soprattutto composizioni di maestri del Settecento e Ottocento tra i quali Luigi Boccherini, Arcangelo Corelli, Niccolò Paganini, Franz Joseph Haydn e anche Bartolomeo Campagnoli, Giuseppe Tartini, Gaetano Pugnani, Giovan Battista Viotti e alcuni studi e sonate di Enrico Polo degli anni 1943-1950. Gli oltre 700 pezzi giunti dopo la morte del Polo arricchiscono le medesime tematiche e comprendono pubblicazioni didattiche e revisioni di opere violinistiche del passato operate dal Polo, oltre ad alcune sue opere originali e ulteriori elaborazioni e studi di Pugnani, Viotti e Paganini.

 

 

Dono Claudio Sartori - Gabriella Gentili Verona

Claudio Sartori (Brescia 1913 – Milano 1994), musicologo

Gabriella Gentili Verona (Torino 1913 - ), clavicembalista

Il fondo è formato da due sezioni separate costituite da una donazione di volumi da parte di Claudio Sartori e da musiche donate dalla clavicembalista Gabriella Gentili Verona. I circa 1.600 pezzi sono entrati negli inventari della biblioteca nel 1986 e nel 1988.

Professore di lettere al Conservatorio di Milano ed esperto musicologo, Sartori ha donato al Conservatorio una ricchissima collezione specializzata che presenta libri in italiano, tedesco, francese e inglese, tutti in edizione del XX secolo a eccezione di quindici titoli del Settecento e Ottocento (per esempio Jean-Baptiste d’Alembert, Elements de musique, Lione, Jean Bruyset, 1757). La raccolta è di taglio essenzialmente storico e comprende saggi sulla storia della musica e su autori antichi e moderni: vite, opera omnia, e collezioni di grandi compositori stampate in volumi; cronache musicali; saggi sui diversi generi musicali. Vi sono inoltre molte pubblicazioni storiche e celebrative riguardanti i più importanti teatri italiani (Scala, Regio, Carlo Felice) oltre a cataloghi e bibliografie musicali, opere edite da accademie e biblioteche musicali, enciclopedie e collane musicali, numeri sparsi di riviste e pubblicazioni periodiche. La sezione musicale, costituita da 150 pezzi, è molto importante per la parte più antica che comprende musiche, composizioni e libretti anche in edizioni rare e manoscritte del XVI-XVII sec. E soprattutto del XVIII sec.

 

La sezione donata dalla Gentili Verona è formata da circa 150 pezzi, comprendente musiche, libretti e composizioni in edizioni spesso rare e manoscritti, in maggior parte del XVIII secolo, ma anche precedenti, del periodo tra il XVI ed il XVII secolo, e ha permesso di ricostituire l’intera biblioteca Sartori

 

 

Dono Achille Schinelli

Achille Schinelli (Breme Lomellina, Pavia, 1882 – Milano 1969), compositore e insegnante

Il fondo donato dalla moglie dell’intestatario e inventariato in biblioteca a partire dal 1974, è di tipo misto e comprende libri e soprattutto musiche in edizioni della prima metà del Novecento. Si tratta di 706 pezzi censiti anche in un quaderno manoscritto, con indicazioni sommarie, redatto dalla donatrice.

I volumi sono in edizioni italiane, tedesche e francesi e comprendono titoli di cultura e storia musicale oltre a saggi sugli strumenti e sull’insegnamento musicale, testi di armonia e monografie su musicisti.

Parte delle musiche riflette gli interessi didattici di Schinelli, che si occupava di coro e insegnava musica corale. Pertanto il materiale riguarda principalmente la musica polifonica, la polifonia vocale, antologie di opere corali del Cinquecento, Seicento e Settecento in edizioni moderne (con qualche eccezione della fine del secolo scorso).

Oltre a musiche di Haydn, Scarlatti, Händel, Palestrina, Bach, vi sono anche molti spartiti di opere di Rossini, Verdi, Wagner, ecc.

 

 

Fondo Giacomo Benvenuti

Giacomo Benvenuti (Toscolano, Brescia, 1885 – Barbarano di Salò, Brescia, 1943), musicologo e compositore

Acquistato dalla vedova dell’intestatario e inventariato a più riprese tra il 1951 ed il 1961, il fondo comprende una porzione della biblioteca del Benvenuti, conservata in parte anche nella Braidense.

Si tratta di una raccolta mista costituita da circa 1000 unità, comprendenti sia musiche che volumi. Gli oltre 300 volumi, per lo più in italiano (con titoli anche in tedesco e francese), sono per la maggior parte edizioni del Novecento di argomento musicale: storia della musica, monografie su compositori, testi di bibliografia musicale e cataloghi di collezioni private e di biblioteche. Sono inoltre presenti circa 40 trattati di composizione e di metodo per piano e altri strumenti, 15 testi di canti popolari e alcune edizioni del Settecento e Ottocento tra le quali: Sebastien Brossard, Dictionnaire de musique (Parigi, chez Christophe Bollard, 1703); Giambattista Mancini, Riflessioni pratiche sul canto figurato (Milano, Giuseppe Galeazzi, 1777); Jean Benjamin de Laborde, Essai sur la musique ancienne et moderne (Parigi, Ph. D. Pierres, 1780).

La parte più consistente della sezione musicale contiene molte composizioni di grandi maestri in edizioni recenti (soprattutto tedesche), più di 100 spartiti per canto e piano, alcune edizioni rare del Settecento e trascrizioni di opere antiche curate dal Benvenuti, oltre ad alcune sue produzioni originali tra cui cinque composizioni per pianoforte pubblicate nel 1909

 

 

Fondo Francesco Pollini

Francesco Pollini (Lubiana, 1762- Milano 1846), compositore e pianista

Il fondo fu donato nel 1850 da Antonio Gasparini, nipote del compositore Francesco Pollini e medico del Conservatorio dal 1840 al 1849.

Si tratta di un vasto fondo di manoscritti musicali del maestro che, milanese di adozione, si affermò come compositore, pianista, insegnante di pianoforte, studioso dei problemi legati alla tecnica di tale strumento e autore del Metodo pel clavicembalo (1812).

I manoscritti sono suddivisi per tematiche e comprendono le sue opere: La casetta nel bosco (Teatro della Canobbiana, Milano, 1798) in partitura manoscritta in parte autografa; Il genio insubre (1799) in partitura autografa e brani dalle opere Le convenienze teatrali, Ines di Castro e dalla farsa Il ripudio fortunato.

Sono poi presenti varie cantate in partitura autografa fra le quali L’amor timido per tenore, archi e cembalo e Dove fuggi o bella Irene per tenore con flauti, corni e archi; e composizioni vocali varie, compresi 5 sonetti per soprano e pianoforte e musica vocale.

Figurano inoltre nel fondo brani di musica sacra per la maggior parte autografi, Stabat mater (1789), Via Crucis (1800), La passione di Christo (1816), Requiem, Te Deum, e composizioni di musica strumentale, in particolare sonate e variazioni manoscritte per cembalo.

L’inventario completo delle composizioni è stato pubblicato da Gilda Grigolato, Francesco Pollini e i manoscritti delle sue composizioni, in “Annuario dell’anno accademico 1968-1969 del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi”, Milano, Conservatorio G. Verdi, 1969, p. 205-224.

 

 

Fondi recenti (non elencati nella descrizione di A. Cipelli)

 

Fondo Borciani

Donato nel 2005 da Mario Borciani, figlio di Elisa Pegreffi e Paolo Borciani, primo e secondo violino del celebre Quartetto Italiano, il fondo consta di circa 700 edizioni moderne e rappresenta il repertorio storico pressoché completo di musica per quartetto d’archi e altre formazioni strumentali cameristiche con archi.

 

Oltre ai fondi descritti fin qui, di rilevantissima importanza, la biblioteca del Conservatorio ha raccolto nel tempo anche altre collezioni comprendenti musiche e libri di letteratura musicale del XX secolo: la raccolta Brusa, pervenuta nel 1950 e costituita da 150 pezzi; la donazione Pasquinelli, arrivata nel 1970 e forte di 680 pezzi; la collezione Gabriolo, giunta nel 1976 e relativa a 500 unità tra musiche e libri di storia e tecnica musicale; la donazione Ciampelli, acquisita anch’essa nel 1976 e formata da più di 200 riduzioni per canto e piano di opere e sonate per pianoforte; la collezione Irma Biagini, pervenuta nel 1977 e rappresentata da 1.200 pezzi, in maggioranza composizioni per canto e piano; il fondo Bezzi, annesso nel 1977 e riguardante 440 tra opere e composizioni per canto e piano; la raccolta Baccardi, giunta nel 1981 e relativa a 500 composizioni di vario tipo; la biblioteca di Federico Mompellio (1908-1989) è stata donata in parte al Conservatorio di Milano, in parte al Conservatorio di Como. A Milano sono rimasti gli autografi delle sue composizioni, i materiali per i suoi lavori musicologici e i suoi schedari.

 

  • Mario Cantù (1904-1975), autografi e materiali completi di quasi tutte le sue composizioni.
  • Giacomo Orefice (1865-1922), autografi e materiali completi di quasi tutte le sue composizioni, con relativi giudizi della stampa.
  • Silvio Della Valle (1861-1929), lettere autografe di musicisti in lingua tedesca suoi amici.
  • Arnaldo Galliera (1871-1934), autografi, materiali e stampe delle sue composizioni.
  • Massimo Toffoletti (1913-1996), autografi e/o copie delle sue composizioni inedite

Lettere

La Biblioteca del Conservatorio possiede un’ampia raccolta di carteggi e lettere autografe dal XVIII al XX secolo per un totale di circa 400 unità epistolari. Tra i documenti conservati nella raccolta ricordiamo le lettere autografe di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini, Carl Maria von Weber, Amilcare Ponchielli, Salvatore Quasimodo, Ottorino Respighi, Francesco Lucca, Giovanni Bottesini, G.B. Viotti, Arrigo Boito, Giacomo Meyerbeer, Pietro Mascagni, Errico Petrella, Antonio Bazzini, Francesco Morlacchi, Gustavo Adolfo Noseda, Robert Eitner, Giuseppe Martucci, Marco Enrico Bossi.

Il fondo più consistente di lettere è costituito dal carteggio tra Giacomo Puccini e Riccardo Schnabl-Rossi (1872-1955) donato nel 1954 al Conservatorio di Milano dallo Schnabl medesimo, intenditore e appassionato di musica, nonché intimo confidente del maestro Puccini.

Le lettere abbracciano il periodo 1899-1924; molti i documenti degli anni venti, epoca in cui furono composte Tosca, Madama Butterfly, La fanciulla del west, La rondine, Il trittico e Turandot. L’intero carteggio è stato pubblicato in Giacomo Puccini, Lettere a Riccardo Schnabl, a cura di Simonetta Puccini (Milano, Emme edizioni, 1981).